L’Italia negli ultimi anni è stata travolta come altri Paesi europei da una profonda crisi che ha generato instabilità e debolezza. I limiti della finanza sono al centro del dibattito mondiale. Il nostro paese a fronte di tale grigio scenario non ha saputo appieno far leva sui propri elementi di forza come il made in Italy, la creatività, l’artigianalità, caratteristiche che ci rendono unici al mondo. Questi valori, che sono il perno dell’identità italiana potrebbero essere rilanciati, noi aiutiamo i nostri clienti a saper valorizzare i loro punti di forza. In questo contesto aiutare le imprese a delocalizzare o a internazionalizzare parte o la totalità della loro produzione è uno dei nostri principali obiettivi in quanto in un sistema dove il mercato è bloccato da logiche moderniste, dove la pressione fiscale è alle stelle, dove il costo del lavoro è più alto rispetto ad altre zone europee, (non ultimo , se davvero, volessero applicare le ricette scritte nel “contratto” del governo giallo-verde-rischiamo di risvegliarci non nel giardino dell’ Eden ma direttamente all’inferno. E questa volta per poi uscirne la ricetta Monti-Fornero ci sembrerà un’aspirina) dove per la maggior parte delle imprese ottenere fidi e finanziamenti dalle banche è diventato impossibile. Il combinato disposto di crisi economica, razionamento del credito e ritardi nei pagamenti, ha colpito duramente il tessuto imprenditoriale italiano, ed in particolare le piccole e medie aziende. Sorge dunque spontaneo chiedersi perché un imprenditore italiano, deve continuare a tenere le sue aziende in questo paese?
La delocalizzazione e l’internalizzazione è l’ultimo approdo del capitalismo italiano che, assecondando il forte slancio industriale di paesi e zone emergenti come Cina, Brasile, Est Europa, Romania paesi dell’Est, preferisce trasferire all’estero la propria produzione nazionale, laddove il costo della manodopera è più basso anche del 75% rispetto alla paga di un operaio italiano e con l’internazionalizzazione investire nei mercati esteri e conquistare nuove quote di mercato.
Le infrastrutture di base non sono spesso all’altezza di un paese europeo, anche come il nostro, ma la regolamentazione del mercato e della manodopera è di certo più libera, meno rigida soprattutto sul piano sindacale. Abbiamo seguito la delocalizzazione di alcune aziende Italiane abbassando, da un lato i costi di produzione e dall’altro stabilendo una base in nuovi mercati, solitamente in paesi dove il processo di industrializzazione non è ancora particolarmente sviluppato pertanto le aziende delocalizzate della produzione godono dei vantaggi offerti dalla nuova ubicazione: differenti condizioni di lavoro, trattamenti fiscali più favorevoli, semplificazione della legislazione, vicinanza alle materie prime. Possiamo aiutarvi nella fornitura di strutture e consulenze per la costituzione di società offshore a clienti privati e aziendali, in un contesto di assoluta legalità, siamo presenti in molti continenti con un team di avvocati, consulenti e tecnici.
Da parte Nostra non vi è nessuna preferenza di un paese piuttosto che di un’ altro, la scelta della giurisdizione deve essere basata sulle vostre esigenze, siamo in grado di anticipare ogni cambiamento nello scenario internazionale e di agire di conseguenza nell’interesse dei clienti con i quali siamo soliti instaurare un rapporto confidenziale e di totale riservatezza, i vostri desideri ed obiettivi sono anche i nostri.
Oggi l’ internazionalizzazione delle imprese è diventata ormai una pratica consolidata infatti seguiamo anche aziende che hanno delocalizzato e internazionalizzato la produzione in Cina, India, in Romania, in Bulgaria, in Polonia, in Canton Ticino (Svizzera), in Brasile e Panama. Abbiamo contatti anche in Australia e Canadà che sono paesi che in questo momento vanno molto bene economicamente.
Differenze principali fra internazionalizzazione e delocalizzazione
Con l’ “internazionalizzazione” aiutiamo le imprese ad investire sui mercati esteri, per conquistare quote di mercato. L’internazionalizzazione non va confusa con la “delocalizzazione”. La delocalizzazione, infatti, comporta il trasferimento delle unità produttive a basso valore aggiunto dal proprio mercato di riferimento verso i mercati emergenti caratterizzati da bassi costi dei fattori della produzione. Con il solo obiettivo di ridurre sensibilmente i costi della produzione, e avere prodotti a prezzi più competitivi. Il mercato è sempre quello originario e non quello dove si è trasferita la produzione. Con l’ “internazionalizzazione” invece, aiutiamo il cliente a conquistare quote di mercato nei paesi nei quali si sceglie di investire. Nulla vieta, comunque, di delocalizzare e internazionalizzare l’impresa, con i processo di internazionalizzazione, le imprese aprono nuove attività produttive nei mercati emergenti e per abbattere i costi di produzione, delocalizzano la loro produzione dal paese originario, in questo modo presidiano da vicino i nuovi mercati e di conquistare progressivamente rilevanti quote di mercato. Inoltre, l’internazionalizzazione si contraddistingue. Noi vi aiutiamo in tutto questo processo, e con l’internazionalizzazione , adottiamo precise strategie di entrata nei mercati esteri. Vi aiutiamo nella scelta del mercato, il primo la scelta circa la localizzazione dell’investimento. Quindi analizziamo, la crescita del prodotto interno lordo (Pil), l’andamento dell’inflazione, il trend del commercio internazionale, sono tutte variabili strettamente interconnesse tra loro, e che indicano il grado di sviluppo di un paese, aiutiamo l’impresa nel considerare tutte queste variabili che potrebbero incidere sull’esito dell’investimento che si apprestano a realizzare cioè bassi livelli di imposizione fiscale, una ridotta burocrazia locale, il riconoscimento delle principali convenzioni internazionali in materia di diritto internazionale, nonché l’avvio di processi di liberalizzazione sia fiscale che giuridica, sono fattori che inevitabilmente hanno ricadute sulla scelta dei mercati nei quali si intende investire.
Innanzitutto, la scelta della strategia da adottare dipenderà dalla specificità del business dell’impresa stessa, nonché dalle caratteristiche del segmento di mercato nel quale opera.
Infatti, il principale punto di debolezza, di chi non internazionalizza è costituito dall’assenza di un rapporto diretto con il mercato di sbocco e con il consumatore finale, Inoltre, la mancanza di contatto con il mercato nel quale opera, impedisce all’impresa di conoscere appieno le determinanti di quel mercato, impedendole in ultima analisi di percepire con anticipo le tendenze che caratterizzeranno in futuro il proprio segmento di mercato. Le esportazioni dirette, invece, si caratterizzano, rispetto a quelle indirette, per il maggiore livello di coinvolgimento richiesto, soprattutto in termini finanziari. Inoltre, con l’internalizzazione diretta si permette all’impresa di intrattenere un rapporto diretto con la propria clientela, e di conseguenza risulta più agevole per l’impresa comprendere ed, eventualmente, anticipare le tendenze dei consumatori, individuare quei segmenti di mercato nei quali allargare la propria attività, nonché aggiustare le proprie politiche commerciali secondo le tendenze del mercato è il principale obiettivo che ci prefiggiamo per aiutare i nostri clienti:
PENETRAZIONE MERCATI ESTERI
Promuoviamo e sosteniamo le attività commerciali all’estero delle aziende italiane…Vi facilitiamo l’accesso, con tecnologie all’avanguardia, iniziative e assistenza nella penetrazione commerciale sui mercati esteri.
È importante dire, prima di tutto che senza un’adeguata attività di pianificazione le possibilità di successo si ridurranno enormemente. La redazione di un buon piano di export costituisce la base per ogni successo in campo internazionale.
Non sempre le aziende si soffermano ad analizzare le varie alternative disponibili per entrare in un paese Straniero, eppure dovrebbero farlo, sia perché le alternative potenzialmente disponibili sono molto numerose, sia Intraprendere un’attività di esportazione consente di cogliere una serie importante di opportunità di sviluppo e prosperità per l’impresa.
Alcune sono facilmente individuabili e riguardano i risultati ottenibili nel breve e medio periodo in termini di volume d’affari e contribuzione. Altre sono meno immediate, ma altrettanto importanti: si riferiscono allo sviluppo dell’azienda sul medio – lungo periodo, all’aumento della sua competitività e della possibilità di costruire barriere nei confronti della concorrenza.
· Aumento del giro d’affari. È il vantaggio più ovvio e più immediato: le vendite della vostra azienda dipendono sia dalla competitività dell’azienda stessa, sia dalla dimensione del mercato a cui essa si rivolge. Intraprendere un’attività di esportazione consente quindi all’impresa di allargare la propria base di mercato.
· Aumento dei profitti. Se l’entità delle vendite aggiuntive ottenibili sul mercato estero è tale da non incidere significativamente sui costi fissi, tali vendite incrementeranno la redditività complessiva dell’impresa.
· Economie di scala. Quando l’attività all’estero cessa di essere una parte marginale dell’attività complessiva dell’impresa, questa intraprende un processo di crescita in termini di dimensioni, supportato dalla crescita della base di mercato, che le consente di accedere a nuove risorse finanziare e di sfruttare ivantaggi di costo legati alla dimensione (economie di scala)
· Diversificazione del rischio. L’esportazione riduce la dipendenza dell’azienda da un unico mercato, consentendole di superare eventuali periodi di recessione che dovessero colpire i singoli mercati.
· Possibilità di accedere a nuove idee e nuove esperienze. Operare su mercati diversi consente di venire a contatto con nuove realtà, nuovi modi di operare, nuove idee di successo che possono essere recepite e utilizzate sia sul mercato italiano, sia sugli altri mercati di riferimento.
· Risposta alla globalizzazione. La crescente globalizzazione dei mercati fa si che nessuna azienda possa permettersi di rimanere chiusa nel proprio mercato: se non siamo noi a competere sui mercati esteri, prima o poi saranno le imprese straniere a venire a farci concorrenza sul mercato italiano. L’esperienza della competizione sul mercato internazionale, accuratamente progettata e gestita nelle migliori condizioni ,consente alle aziende di costruirsi i mezzi finanziari e le competenze manageriali, per competere con i concorrenti stranieri anche sul mercato domestico.
· Aumento della competitività sul mercato interno. Come già detto, le vendite dipendono sia dalla dimensione del mercato di riferimento, sia dalla competitività dell’azienda nei confronti dei concorrenti. Le caratteristiche necessarie alle aziende per competere sui mercati internazionali, l’esperienza, le competenze e le risorse acquisite, andranno a costituire un vantaggio competitivo importante nei confronti di quelle aziende che limitano la loro area di attività al mercato italiano.
Se desideri delocalizzare, aprire una società all’estero o ricevere assistenza per la delocalizzazione di attività aziendali perchè sei stufo delle Tasse e della Burocrazia Italiana e per poter continuare a mantenere la tua attività chiedici senza esitazioni una consulenza fiscale con preventivo gratuito e senza impegno semplicemente compilando l’apposito modulo di contatto Clicca Qui!